Un difetto tipico delle analisi politiche odierne è quello di fermarsi al presente. Un eterno presente in cui succedono fatti e misfatti, in cui conta di più l’abilità a screditare il nemico che comprenderne le composizioni sociali, economiche e le origini. La cosa non mi stupisce affatto. D’altronde sono trenta anni che non riusciamo più a leggere la realtà che ci circonda da un punto di vista, non dico classista, ma neppure sociale. Il crollo delle ideologie, la personalizzazione dei conflitti (essere contro a Berlusconi o a Renzi ma senza toccare e metter in discussione il capitale) ci trascina in una continua ed estenuante analisi dei fatti “nel momento in cui capitano” per cui creandoci allarmismi o sottovalutazioni anche gravi. In altra sede approfondirò la trasformazione dei militanti comunisti in laureati su youtube per quanto riguarda la geopolitica, però teniamo in mente la data : il 2008; qui vorrei tentare di comprendere quale sia la composizione sociale di questi che ci governeranno e dove è cominciata la loro storia. Un tentativo dico perché ci mancheranno dei pezzi, delle analisi, una discussione senza parolacce o semplificazioni ridicole. Per questo il post è aperto all’intervento di ogni compagno e compagna che vogliano e siano in grado di aggiungere altri elementi al mio intervento.
Dopo il crollo del muro di Berlino, si crea una fase di vuoto assoluto che spinge in avanti le forze capitaliste (ormai libere da ogni condizionamento ad andar cauti visto l’indebolirsi delle forze di opposizione di classe) e crea una dolorosa frattura nella sinistra. Per alcuni è caduto un sistema, ma proprio la vittoria del capitale rende fondamentale che vi sia una forza comunista a contrastarla. Una forza da rifondare sulle basi dei nuovi scenari, ma comunista. L’altra cerca di arginare lo strapotere della parte vittoriosa pensando al buon governo, a riformare il capitale, convivendo coi lupi. Col tempo, per motivi molto complessi e complicati, entrambe queste visioni perderanno terreno sotto i piedi per giungere da una parte al renzismo (non dico i pischelli della Leopolda ma i vecchi compagni del pds, non hanno mai notato la deriva renziana totalmente altra rispetto alle origini socialdemocratiche del pds/ds) e dall’altra a continui annunci di unione, visioni lisergiche di nuovi soggetti, liberalismo sfrenato e piccolo borghese.
A causa di questi traumi, scioglimenti, fratture all’interno della sinistra, giunge alla ribalta una nuova classe sociale: la borghesia padana verde/azzurra. Ora, lo dico colla massima sincerità, non so quanto si possa parlare di “borghesia” nella situazione politica italiana, ma è un termine per spiegare meglio le cose.
Il Capitalismo in Italia è gestito da tante piccole/ medie famiglie “imprenditrici”. Tante piccole fabbriche, aziende, dall’agricoltura alle costruzioni. Il cui scopo è garantirsi una vita soddisfacente, lontana dalla miseria. Spesso sono ottimi lavoratori, molto seri e professionali, talora hanno un’idea delle tasse fantasiosa, ma riescono a farci convivere una schietta natura legalitaria e giustizialista. Loro si sentono onesti perché non sono ladri- quelli sono i politici e gli esclusi sociali- se non pagano le tasse è perché lo Stato – entità sconosciuta e vaga- li vuol sterminare. Costoro si sentono in pericolo.
Questo corpo sociale ha una prima formazione nel 1992. Quando la Prima Repubblica non serviva più e si poteva sbarazzarsi dei politici che per decenni hanno dettato l’agenda politica italiana. Il fatto che tutti i partiti siano stati coinvolti, che le sinistre non siano state in grado di arginare ed egemonizzare il malcontento delle masse è al centro della crescita e nascita di questi gruppi ed elementi omogenei della borghesia territoriale e reazionaria.
Oggi quando ci stupiamo di come le persone non sappiano nulla su come funziona lo Stato, ci dimentichiamo che queste cose sono figlie dell’ideologia dell’anti ideologia. Sono figlie delle scemenze contro i partiti e chi fa politica, per sposare la purezza assoluta della Società Civile. Il 1992 ha fatto nascere un sentimento di sfiducia e distacco nei confronti della politica come “cosa pubblica”, confronto e solidarietà di classe, spingendola verso l’individualismo dei piccoli gruppi e sottogruppi e agli interessi economici personali di chi detiene il potere (le leggi ad personam del berlusconismo).
I cittadini hanno smesso di rivedersi in classi tradizionali e riconoscibili, proprio perché sono venuti meno le forze a loro legate. In quel periodo un partito comunista di massa avrebbe potuto fare molto. Pds e Rifondazione non avevano quelle forze. Questo dovrebbe, in parte, spiegare anche il fallimento alle elezioni del 1994.
La forza politica che premeva forte sul populismo demagogico contro i “partiti tradizionali” era la Lega Nord. Costoro da subito si sono presentati come portavoce del popolo padano, prima ancora lombardo, puntando sulla figura di un popolo di lavoratori abbandonati dal potere politico e dai partiti. Le lega mescolava elementi di destra pura a sprazzi di qualcosa di sinistra, tutti noi del nord siamo stati affascinati da questo movimento e poi partito. In molti siamo guariti dalla legaiolite acuta, alcuni no.
In quel periodo la Lega unisce padroncini e operai, pensionati e studenti, dai un po’ come il fascismo. Tanto che riprende il linguaggio forte e violento contro il diverso, tipico dei fascisti, ma usa anche parole fortissime e anti sistema che un po’ possono ricordare certa sinistra barricadera a parole.
La Lega compie una vera rivoluzione a livello di linguaggio ma non solo: libera il popolo da ogni responsabilità circa l’uso della parola. In quei tempi nasce anche l’idea del politicamente scorretto. Cioè dar voce al fascista che è in noi senza temere nulla, anzi! Passo dopo passo distruggendo ogni confine morale ed etico, deresponsabilizzando i cittadini e conducendo una lotta fatta di sberleffi e aggressione a chi ha un pizzico di bontà e generosità- ipocriti di sinistra.- si crea tutto questo bel mondo che viviamo ora. Dove l’insulto, la cattiveria, l’esser stronzi è qualcosa di meraviglioso. Vero e sincero. Mica come i buonisti e i radical chic (eredi perdenti della fine della sinistra).
Questo popolo di estrazione piccola/media borghese è già compatto e forte quando nel 1994 c’è il salto in avanti nella formazione (come classe) di costoro: la vittoria di Berlusconi.
Berlusconi ha dato agli italiani un Sogno. Egli ha portato la classica storia americana del self made man nella vita dei piccoli e medi borghesi di provincia. Trasformando la rivolta dei piccoli e di una fetta di popolo senza coscienza di classe, in un prodotto gestito da milionari, ricchi e imprenditori. Da quel momento nuovi idoli delle masse. Il ventennio berlusconiano perfeziona al massimo l’origine della nuova e feroce borghesia/ proletariato collaborazionista. La divergenza fra le parti è che la lega è attaccata al territorio e non perde la massa di padroncini e lavoratori vero collante del partito, mentre il berlusconismo rimane ancorato al sogno di gloria, alla dissolutezza borghese, per questo oggi è in atto il sorpasso del popolo legaiolo ai danni del berlusconismo – relegato a una tristissima opposizione.
Il 1992 e il 1994 sono anni che hanno davvero sconvolto le fondamenta della nostra Repubblica, senza spargere sangue come nei decenni precedenti, sono state spazzate via vecchie formazioni di gruppi sociali e politici, smontata la forza delle opposizioni, abbandonate le idee socialiste e anche libertarie nelle lotte contro lo stato.
Sono anni in cui puoi permetterti di lamentarti, di vedere il male e il mariuolo dovunque, in cui si inizia la politica dell’aggressione a chi è diverso ( tutti riuniti sotto il nome di comunisti, anche gli elettori di Prodi), anni che ci portano a quello che siamo oggi.
Le rivoluzioni non partono mai da destra e sopratutto non le fanno i padroni. Oggi siamo preoccupati per il ministero degli interni in mano a Salvini, e facciamo benissimo, però ci tengo che per i compagni e le compagne sia chiara una cosa: La Lega non sarà mai una forza contraddittoria all’interno del capitale. Non lo è in modo particolare per le politiche economiche.
Molti hanno capito male la politica legaiola nei confronti della Russia. Salvini non è interessato per nulla al fatto che la Russia possa spezzare l’egemonia mondiale dell’imperialismo americano o altri discorsi portati avanti da certi compagni. Lui è interessato agli affari degli imprenditori del nord.
La Lega non è una forza politica nuova come i M5s. I legaioli hanno governato per decenni mettendo mano all’economia, come altre forze politiche, sposando sempre il liberismo più sfrenato. Da un punto di vista economico non è diversa da certi liberisti del pd o del governo Monti.
Ci sono contraddizioni tra le masse borghesi e proletarie che sostengono la Lega e i M5s? Mi viene da rispondere di no. Tralasciando le tante teste calde di sinistra che hanno visto male su questo movimento, io credo che i cinque stelle siano la prole delle masse legate al 1992 e al 1994. Un approdo normale. Con tanto di forza giovane che batte i pungi e se la prende con tutto e tutti, rivedendosi in un individualismo esasperato ma naturale. Non hanno bisogno della Tv, ormai arma un po’ debole e che conquista i più anziani, c’è la rete. Questa nuova fase della borghesia territoriale si contamina con suggestioni estere, con la negazione delle vecchie autorità, anche quelle che si presentavano solo 20 anni fa come nuove.
Potremmo definirli “tutto tutto niente niente”. Il loro pressapochismo, molte incapacità politiche, il linguaggio da tifosi e le analisi azzardate e fallaci, sono proverbiali. Non devono difendere una classe di riferimento, cosa che facevano (a modo loro) le masse del 92 e 94, non hanno nemmeno una vera ideologia o anti ideologia che possa farceli sentire come una nuova forza politica. Né destra né sinistra è un passo indietro anche rispetto alle posizioni demogogiche della Lega e di Forza Italia.
Non ho alcuna fiducia e simpatia nei confronti del Movimento Cinque Stelle. Non per questo offro spazio alle opposizioni borghesi renziane. Però non è questo il tema del post.
In questo articolo ho voluto solo dire da dove spunta l’Italia che ha fiducia nella Lega ( a mio avviso Salvini è il vero vincitore di queste elezioni) e nei Cinque Stelle ( ma la sua composizione è più sfaccettata e diversa, ne riparleremo nel prossimo post). Non il frutto dei social nework e delle fake news, ma una parte di popolazione composta da padroni e lavoratori colpiti dalle politiche liberiste in parte e dall’altra da chi quelle politiche le ha sempre sostenute.
I comunisti devono finirla di giocare al Piccolo Geopolitico, o perdersi in scontri e polemiche su Facebook. In un contesto politico che vede come unici protagonisti due fazioni borghesi e di destra, non dobbiamo sostenere le contraddizioni- che poi non ci sareanno- di una forza perché l’altra è capitalista e cattiva. Dobbiamo creare un fronte di conflitto sociale e lotta di classe. Nella nostra vita.
Le destre vengono sconfitte solo da sinistra. E la sinistra riesce a sconfiggerle perché guidata dai comunisti.