Noi dovremmo fermarci e riflettere circa le cose che scriviamo sui Social Network
Io vorrei portare alla vostra attenzione codesto esempio: “Ogni maschio è un possibile molestatore”. Quanto un giudizio tanto sommario e sciocco è figlio di una giusta rabbia o quanto invece sia una pericolosa generalizzazione? Le generalizzazioni, allo stesso modo dei luoghi comuni, contengono una loro plausibile verità oppure sono sempre sbagliate? Queste sono le prime domande che vi vorrei porre e alle quali mi piacerebbe aver risposta.
Il sottoscritto che ne pensa? Sono convinto che un tal pensiero vada a braccetto con altre sacrosante verità, ecco alcuni casi: 1) i napoletani sono potenziali camorristi, 2) i musulmani sono terroristi, 3) gli omosessuali pederasti, 3) le donne paranoiche.
Sono sicuro che certe bestialità sarebbero subito condannate, anche dalle stesse persone le quali senza batter ciglio son convinte che esser maschi sia sinonimo di violentatori.
Posso anche comprendere una simile idea, la cronaca ultimamente offre a noi uomini spunti di amara riflessione su un tema molto importante e serio come quello delle molestie.
Un tema che non merita frizzi e lazzi, ironie e distingui poco opportuni. L’unica cosa fondamentale è la lotta senza quartiere contro di essa, prima che perda il peso all’interno delle notizie acchiappa ascolti, e tutto torni come prima.
Una divisione netta fra chi possa parlare di certi argomenti e chi no, chi possa partecipare alle manifestazioni e chi no, chi possa scrivere o fare film su un tema sociale e chi no, mi par assolutamente sbagliata.
Il motivo è proprio quello di creare divisioni e scontri anche tra persone che potrebbero condividere una lotta insieme.
Vi voglio far riflettere su un punto: come nasce e viene portato avanti un conflitto/cambiamento radicale in una società che ha tutti i mezzi, leciti e no, per spegnere ogni ribellione. Entriamo nello specifico: 1) Si tende a minimizzare l’accaduto ,2) Si punta sui disagiati e le disperate che estremizzano le cause e gli elementi di una ribellione, una lotta, un’accusa. Queste persone sono utili alla lotta stessa perché colgono brillantemente i punti fondamentali e allo stesso tempo arrecano danni, perché non controllandosi danno motivi al nemico di ridicolizzare la questione. Questo si nota benissimo nel caso delle molestie denunciate in questo periodo. 3) Non dimentichiamo che opportuniste e sciacalli esistono in ogni settore. Tanto il caso è importante, quanto vi saranno uomini e donne pronti a ritagliarsi uno spazio pubblicitario personale. 4) Qualora la lotta dovesse diventare concreta si troverà il modo per smontarla. Esempio calzante è l’uomo cacciato dalle organizzatrici alla manifestazione contro la violenza sulle donne.
Su questo specifico caso apro un’analisi a parte. Io penso che ogni comitato organizzativo sia libero di scegliere chi far partecipare e chi no alla propria manifestazione. Ho preso parte a diverse proteste in piazza e ricordo benissimo di quanti “intrusi” abbiamo allontanato perché, a torto o a ragione, pensavamo fossero presenze inopportune all’interno della nostra lotta e manifestazione.
L’indomani, per quanto la nostra manifestazione sia perfettamente riuscita, tutti i giornali e media riportano dell’atto anti democratico che ha impedito a un libero cittadino di partecipare alla protesta per le strade della città.
Di nuovo non è il tema della manifestazione e cosa si andava denunciando, a riempire pagine, telegiornali, chiacchiere su Facebook o al bar ma l’elemento di distrazione.
Sono argomenti di distrazione quando diciamo ” i maschi sono potenziali stupratori, per questo non li vogliamo MAI accanto a noi, nelle nostre lotte”, ” oppure un maschio non sa cosa significhi una molestia sessuale e non ha diritto di scrivere o fare film su di essa. Figurarsi manifestare la sua solidarietà, la quale è sicuramente solidarietà di facciata”.
Ripeto: proviamo a dire o scriver certe cose pensando ad altri ambiti. Un musulmano non potrà mai essere sincero quando esprime solidarietà ai morti provocati dai terroristi? Oppure oltre che musulmano è anche un essere umano, capace di empatia nei confronti degli altri? Un siciliano non dovrebbe partecipare ai funerali degli eroi dell’anti-mafia, perché potrebbe esser un potenziale mafioso? Ma non sono proprio i siciliani i primi a subire la presenza di quei criminali? Non è un gesto forte che si ribellino all’omertà e manifestino le vicinanze alle vittime di Cosa Nostra?
Lo stesso discorso è utilizzabile quando capita un fatto di sangue e prendiamo la razza del criminale per dire: “Sono tutti così. Quelli che sembrano onesti, ma..Staranno preparando qualcosa”
Non si vince nessuna guerra, lotta, conflitto, non si conquista nulla, se pensiamo di dividere gli esseri umani. Pur con argomenti che potrebbero sembrarci giusti.
L’altro punto interessante è quello del diritto di scrivere, o far film, o canzoni; insomma esprimere in modo culturale/ artistico, una nostra visione su un certo argomento.
Io chi sono? Un uomo. Solo questo, oppure anche altro? Sì, anche altro: un uomo bianco, occidentale.
Ecco, prendiamo nota: bianco e occidentale. Posso comprendere la vita di un africano, arabo, asiatico, sottomesso al nostro imperialismo e colonialismo? Posso da maschio, bianco, occidentale metter in scena il dolore procurato da quelli della mia etnia, nei confronti di altri uomini e donne? Per me si
Perché esiste la presa di coscienza che unita all’empatia mi permette di capire e comprendere il dolore degli altri. Dovrebbe essere chiaro a tutti che questi elementi positivi non cadano dal cielo. Come ogni aspetto dell’essere umano deve essere alimentato e allenato.
Per questo dobbiamo aprirci agli altri e confrontarci, anche se vuol dire incazzarsi, discutere ferocemente.
Tornando al tema della molestia, riguarda solo le donne e gli uomini no. O meglio: solo una donna può subire molestie e violenze fisiche e psicologiche e un uomo no? Io non credo ci sia bisogno nemmeno di una risposta
Però diamola: anche gli uomini possono subire molestie o violenze fisiche e psicologiche. Non sono pochi i bimbi molestati e per essi, forse, è anche più difficile denunciare questo fatto. Gioca molto la giovane o giovanissima età delle vittime, ma non dimenticherei nemmeno discorsi più machisti e ignobili che mettono in profondo imbarazzo le vittime. Proprio la lotta alle molestie e alle violenze che prendono corpo e sostanza in questi tempi, sono utili perché molti uomini possano parlar delle violenze subite.
Certo, si potrà obiettare: ” Sempre da altri uomini” Vero. Nondimeno se dovessimo parlare di denuncia e lotta contro la violenza psicologica potremmo notare come non siano pochi i casi di bambini maltrattati duramente da madri opprimenti, violente, inadatte a gestire quel ruolo e responsabilità.
Questo appare evidente anche in Mind Hunter.
Quindi un modo giusto di lottare contro un problema reale, vero, concreto, è quello di non cedere mai al lusso di creare divisioni. In particolare di genere. Dato per morto, superato, in quanto esistono solo le persone, per poi esser dissepolto e riportato in auge, per i motivi sbagliati.
Voglio essere chiaro: vi è anche il tempo di star da soli, di riunirsi tra “simili”, scambiarsi le proprie esperienze. Non è sbagliato, ma deve rimanere un breve periodo transitorio.
Perché solo quando un uomo capirà profondamente e farà suo cosa significhi essere vittime di una molestia, o un eterosessuale capirà che significhi vivere per anni di nascosto la propria inclinazione sessuale, o un bianco occidentale comprenderà tutto il male fatto ad altri popoli si potrà ritenere superato il problema. Tutto questo richiede enormi sforzi e fatiche, per questo motivo è più facile smontare o dividere.
Io sono convinto che vi sia sempre un carnefice e una vittima. Il carnefice potrà essere anche gentile coi vicini, amare il suo cane, esser affettuoso con i propri figli, ma la vittima, anche quelle che piace indicare come “poco di buono”, ha perso la vita. Oppure è stata distrutta come persona. Un carnefice potrà rivedere il suo cane e i suoi figli, la vittima no. Lei è stata tolta ai suoi figli e ai suoi cari.
La differenza c’è sempre e non va scordata. In questi casi di molestie ci cono vittime e carnefici. Io credo sia doveroso liberarci dei secondi, e senza troppi complimenti.
Un cavallo di battaglia di chi tende a minimizzare (ricordiamo che è un classico per smontare ogni lotta far passar il pensiero che non sia successo nulla di tanto grave) è che vengono denunciate per molestie cose che non lo sono.
Io mi e vi chiedo: come possiamo affermare che sia una molestia o no? Lo dirà la legge, senza ombra di dubbio. Va bene, ma a livello più profondo e psicologico, che cosa è una molestia? Qui entra in gioco il vissuto di ognuno di noi. Per molti esser toccati non è una cosa piacevole. Una carezza o un abbraccio possono esser visti come violazione del proprio spazio. Per cui credo si possa parlare di “molestia” anche in questo caso, nondimeno credo che un aiuto psicologico possa aiutare anche chi si sente minacciato da carezze o abbracci. Io, alla mia psicologa, dico spesso che non amo esser toccato. Ci sto lavorando sopra, forse sarebbe anche un modo per portare il problema su livelli più consoni e specifici , caso per caso. Evitando di polemizzare, minimizzare o condannare a cuor leggero.
Io temo solo che una volta esauriti i nomi delle stars del cinema o dello spettacolo, si torni come prima: silenzio, onta per le vittime e casi insabbiati. Temo che tutto questo casino venga presa come una storia che capita in certi luoghi, per cui i proletari e proletarie abusati/e, continueranno a non denunciare.
Temo che si pensi , da una parte e dall’altra, che riguardi solo un sesso contro l’altro. Col risultato che nessun ragazzo denunci le attenzioni poco piacevoli di adulti molestatori, che siano insegnanti, preti, vicini di casa o famigliari.
La lotta non esclude mai, ma al contrario include. Ricordiamolo la prossima volta che scriviamo post, commentiamo su Facebook oppure organizziamo manifestazioni.
Perché in tanti e tante possiamo cambiare la società.
Aggiungo a questo articolo un mio intervento precedente , comparso sulla rivista online : Il Becco.
Il testo di quel mio articolo è più politico e analizza i rapporti di forza nelle relazioni umane. Sicché interesserà chi ha una visione decisamente politica della vita.
Però potrebbe piacere molto anche agli altri!
http://www.ilbecco.it/nazionale-2/societa/item/4010-il-privato-%C3%A8-politico.html